Formazione

Un’antenna sul barrio. La sfida di Señal tres

Nel quartiere popolare di La Victoria, in una piccola casa di legno ci sono gli studios più alternativi che si possa immaginare. Ci lavorano due ragazzi, ma...a cura di, Alice Banducci

di Redazione

La notizia l?avevo scovata per caso sfogliando una rivista in una libreria sull?Alameda, la strada principale di Santiago. Parlava di una certa tv indipendente, Señal Tres, fondata da un gruppo di ragazzi che fanno parte di un barrio popolare chiamato La Victoria. L?idea era di creare un nuovo tipo di informazione che desse voce alla calle e ai problemi della gente. Si sono presi uno spazio televisivo ed hanno iniziato a trasmettere; è una tv di quartiere, si può vedere solo alla Victoria.

Lo leggo avidamente e osservo le foto di piccole dimensioni a lato dell?articolo. Penso: voglio andarci anch?io a visitare questa tv. Mi affascina l?idea di una televisione completamente autogestita: voglio capire. Mi annoto allora l?email di un certo Paulo che lavora a Señal Tres e chiedo al libraio se conosce il barrio. Lui ride e scuote la testa e dice che io, ?gringa?, non posso andarci così. Perplessa lo saluto con distacco: avrei trovato una soluzione. Scrivo a Paulo, il ragazzo della tv, il giorno seguente. Gli chiedo se posso visitare Señal Tres; lui risponde subito: mi aspetta.

Arriviamo alla Victoria verso sera intorno alle 20. Siamo in quattro: Anna, Cristina, Julieta e io. Patricio e Pablo non hanno voluto accompagnarci, dicono che è pericoloso, specialmente per le donne. Determinate abbiamo deciso di andarci comunque.

Prendiamo la metro fino alla fermata di Departamental sulla gialla; Tina, la signora che fa le pulizie nella nostra casa, ci viene a prendere in macchina insieme ad un suo parente. Nel tragitto Tina, immensa e soffice, ci racconta del suo barrio; parla in cileno, mangia le parole e ride spesso. Io rimango in silenzio con le orecchie tese e lo sguardo fisso sulla sua bocca: leggo il labiale senza risultato.

Arriviamo nel barrio quando ormai è già buio. Ci accompagnano alla televisione. Camminiamo per il barrio; le strade sono piccole ed affollate. Tutti ci guardano, qualcuno si volta e sussurra qualcosa. Complimenti grevi. Non ci facciamo caso. Tina ed Enrique, suo fratello, sono con noi e questo alla gente del barrio basta: siamo con qualcuno di loro. Rimango ?gringa? però; Tina ce lo dice spesso. Qui chiamano ?gringo? tutti quelli che non sono latinoamericani. Anna ed io accettiamo questa definizione. Ondeggio allora come un cow boy in questa pampa urbana.

Paulo ci aspetta alla tv. è una casa piccola, sempre di legno. Ha il tetto rotto; giorni fa gli hanno rubato tutta l?attrezzatura. Manolo, Paulo e gli altri ragazzi della tv hanno recuperato altre videocamere. Si autogestiscono e il barrio li aiuta. Qui tutti partecipano alla tv; si proiettano film, si offre un?informazione alternativa e libera e si cerca di dare una possibilità a chi da questo barrio non uscirà mai. Nessuno ha uno stipendio. Vivono facendo altro e nel tempo libero portano avanti questo progetto. Parliamo molto con loro, ci propongono anche di aiutarli a fare un programma.

Qui sembra tutto possibile; Paulo parla di quando alla Victoria si sparava spesso e di quando facevano la ?campagna raccolta fondi? fuori dal mercato.

Ascolto con interesse; mi sento in un film di Tarantino con la colonna sonora di Manu Chao. Rimango affascinata da questa volontà comune e dal potere che viene dato alla fantasia e al sogno. Paulo ci crede; io mi sento disillusa. Non discutiamo di questo però.

Anna ed io gli proponiamo un documentario; perché no, mi dico: portiamo la loro storia in Italia e lì cerchiamo dei contatti con altre tv indipendenti. Ho anche una amica a Caracas in Venezuela, gli dico. Ci può aiutare. Lui rimane entusiasta, ci propone di tornare, e dice che ci aiuterà con il materiale. Hanno già dei contatti in Spagna e Francia. L?Italia manca. L?idea è quella di creare un?informazione alternativa grazie anche ad internet: un lungo filo tra America Latina ed Europa

Ci salutiamo euforici ed entusiasti: il 24 marzo torniamo alla Victoria e iniziamo le riprese. Assistiamo alla riunione con due hacker cileni: l?idea è quella di offrire internet gratuito a tutto il barrio. Paulo ci spiega il progetto. Filmiamo per tutta la riunione; ci scambiamo email e informazioni. Manolo ci offre dei dvd da registrare con il materiale storico della tv e Paulo ci propone un giro per il barrio.

A fine riunione stabiliamo come fare per il documentario e per mantenerci in contatto. Non ci chiede nulla di come vogliamo impostare le riprese, né se abbiamo fatto corsi specifici sul tema. L?importante che siamo lì e che abbiamo questo desiderio; per il resto confida in noi.


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